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La Segretaria Generale, Sr Maria Dolores Petruzzella, presenta all’assemblea la relazione sullo stato personale disciplinare e apostolico della Congregazione e il filo conduttore è “Abbracciare il futuro con speranza”. Si rilevano alcuni elementi emergenti nel sessennio 2015 – 2021:
-riduzione del numero dei membri;
-rilevante numero dei decessi delle sorelle
-un numero di dimissioni dall’Istituto, specialmente di iuniores
- chiusura di alcune Case: Strudà, Melissano, Trani
- alienazioni di alcuni immobili: Palese e Trani
Ma anche alcuni semi di speranza:
• La fioritura di vocazioni in America Latina, Africa e Asia
• l’apertura di alcune opere nuove in strutture parrocchiali e diocesane
• la riconversione di alcune opere rispondenti ai bisogni attuali: Asili nido, Centri diurni per minori, Centri polivalenti per minori, Centri di riabilitazione logopedica
• Il tentativo di fondare una missione nello Stato di Timor Est, ostacolato dal coronavirus.
• la costruzione della Casa di formazione in Rwanda, precisamente in Rilima,
• la costruzione della Casa di formazione nello Stato dell’Indonesia, a Maumere,
• un cammino formativo iniziale più impegnativo, umanizzato, in un percorso personale di crescita e di discernimento delle giovani, guidato da esperti.
• Un numero notevole di iuniores e di giovani professe perpetue avviate agli studi religiosi e accademici.
La Segretaria ha esordito con passione, con una visione d’insieme dei problemi, con una dettagliata azione documentale e con un auspicio in prospettiva: abbracciare il futuro con speranza, ripartendo dalla logica del Vangelo che cambia la vita in un processo di conversione continua.
Dobbiamo uscire dal CGO21 convinte che la strada va percorsa, certamente a piccoli passi, preventivando disvii e arresti, ma nella caparbietà di chi sa in chi ha riposto la sua fede e la sua speranza: “Scio cui credidi”, ci assicura Paolo (2Tim 1,12).
Nel corpo della relazione richiama uno stralcio della lettera di Papa Francesco alle partecipanti all’Assemblea dell’UISG il 10 maggio 2019: “La vita consacrata, in particolare quella femminile, come qualsiasi altra realtà della Chiesa, secondo l’affermazione di san Giovanni Paolo II, sta attraversando un tempo delicato e faticoso dinanzi al calo numerico dei suoi membri e la tentazione è spesso quella dello sconforto, della rassegnazione… In questo contesto vi ripeto con forza ciò che vi ho detto in altre occasioni: non abbiate paura di essere poche, bensì di essere insignificanti. Non abbiate neppure paura di «confessare con umiltà, e insieme con grande confidenza in Dio-Amore, la vostra fragilità». Anzi abbiate paura: abbiate panico di smettere di essere sale che dia sapore alla vita degli uomini e delle donne della nostra società”