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mangiatoia

Accogliere Gesù nella mangiatoia del nostro cuore

Carissima Famiglia Smaldoniana, carissimi tutti,

la ricorrenza del tempo liturgico dell’Avvento ci apre alla prospettiva della venuta al mondo di Gesù Cristo, nostro Signore, per la nostra salvezza.

La storia della salvezza, che la liturgia all’inizio dell’avvento comincerà a ripercorrere, è essenzialmente storia di un’iniziativa di Dio, memoria di tante sue “venute” verso l’uomo. Sono proprio le tante venute di Dio che formano il grande Avvento che si estende dalla creazione alla parusia.
L’Avvento ha una dimensione complessiva su cui meditare: raffigura l’intera Storia della Salvezza, asse e centro della Storia dell’Umanità.

Maria contempla e custodisce l’inizio della storia della salvezza. Come Maria, anche noi dobbiamo sentirci immersi in questa storia, ognuno di noi metta dunque il suo tassello di amore in circolo nel misterioso puzzle della storia della salvezza. È la storia della nostra salvezza.

Sappiamo che avvento significa venuta e la venuta comporta l’attesa di colui che viene. L’avvento cristiano è un andare incontro a Colui che abbiamo atteso con gioia. La nostra, però, non è un’attesa come quella degli uomini dell’antico testamento; non è solo attesa, ma è anche memoria e presenza.
Memoria, perché Colui che attendiamo è già venuto (come ci apprestiamo a ricordare nella festa del Natale); presenza, perché Egli è fin d’ora con noi.

La sua Parola che ascoltiamo è Lui con noi.
Ma veramente anche oggi Gesù “è Dio con noi” o lo fu solo nel breve periodo di trent’anni, dalla sua nascita da Maria a Betlemme alla sua morte in croce?
Anche se Gesù è già venuto e sappiamo tutto di Lui, noi attendiamo che egli continui a “venire” dentro di noi per trasformarci a sua immagine, per rafforzare la speranza in un mondo “altro”. Egli infatti ha scelto di essere il Dio-con noi per sempre.

Io sono con voi fino alla fine del mondo”.
Con la sua resurrezione, egli ha inaugurato un modo nuovo di essere nel mondo: un modo spirituale, invisibile, ma reale. Gesù Cristo è sempre l’Emmanuele, il Dio con noi! Ma c’è un momento in cui lo è in modo diverso: sacramentale e reale.
Nella celebrazione Eucaristica Egli si fa presente per essere con noi come nostro nutrimento.

Per vivere nella fede questo tempo, propongo di mettere al centro dei nostri giorni un segno tipico, presente in tutti i presepi, perché essenziale: la MANGIATOIA.
Perché proprio questo segno?! Perché nella notte unica e straordinaria di Betlemme Maria ha accolto Gesù appena nato con tenerezza e affetto: “…diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia” (Lc 2,7).
Il gesto di Maria nell’accogliere Gesù con tenerezza e affetto, facendogli posto nella mangiatoia, è un gesto straordinario da imparare. Come Maria dovremmo anche noi collocare Gesù nella mangiatoia del nostro cuore.
La mangiatoia segno umile e povero, ma ricco di amore, accoglie Gesù, il Figlio di Dio; gli fa spazio; custodisce delicatamente la sua presenza; diventa la sua culla e lo presenta a chi, come i pastori e i Magi, in quella notte unica e straordinaria si muovono per incontrarLo, adorarLo e portarGli doni.
La mangiatoia diventa il segno dell’accoglienza, diventa un invito concreto per ciascuno di noi oggi a farsi braccia e cuore che, come la mangiatoia, accoglie Gesù e la sua salvezza, superando ogni indifferenza verso la Parola fatta carne.
    
E a partire dalla MANGIATOIA vogliamo impegnarci a perseguire l’ideale del volerci bene: “gareggiamo nello stimarci ed aiutarci a vicenda”.
    
Carissimi tutti, con gioia, entusiasmo e determinazione camminiamo insieme verso il Natale che è fare memoria della nascita di Cristo a Betlemme, attendere la sua venuta nella gloria, accogliere la sua nascita nella mangiatoia del nostro cuore.

Maranatha! Vieni, Signore Gesù.

Buon cammino!

Madre Lucia Neve